Hidetoshi Nagasawa, Colonna che scende, 1991, bronzo brunito, Peccioli, Via Carraia
Hidetoshi Nagasawa, nato in Manciuria nel 1940 e costretto a fuggire con la famiglia in Giappone durante la seconda Guerra Mondiale, dopo un avvicinamento al gruppo Neo-Dada e al gruppo Gutai, negli anni Ottanta si interessa e indaga nelle possibili relazioni tra scultura e ambiente, giungendo nel decennio successivo ad una produzione propriamente installativa. L’opera di Peccioli è una colonna di bronzo brunito a sezione stellare a dieci punte, privata della consueta funzione di sostegno strutturale, collocata dove via Bastioni sfocia in via Carraria. Sospesa, quasi abbracciata dalle pareti contigue e convergenti del vicolo, è saldamente ancorata ai muri medievali con uno spesso cavo di acciaio. La sospensione temporale e spaziale dell’opera è accentuata dall’antica architettura che la ospita mettendo in crisi la consequenzialità degli eventi. Nagasawa racconta: “Sono stato varie volte a camminare per Peccioli, e mi è piaciuta molto. Dunque mi sono proposto di rispettarla. Mi sono detto innanzi tutto non devo disturbarla con una mia opera, dovevo cercare il più nascosto, meno appariscente. Ho pensato che avrei realizzato la mia opera e poi sarei ripartito, ma i cittadini di Peccioli l’avrebbero visto ogni mattina, e mettiamo che a loro non piacesse o seppur bella di per sé, non fosse ben riuscita nell’integrazione con l’ambiente. Sarebbe stata una sofferenza per loro vederla continuamente. Dunque si capisce che ho lavorato al contrario di quello che è stato alla base del concetto di monumento”.
“La Colonna che scende di Hidetoshi Nagasawa è un evento che si svolge proprio nel corpo della forma, anzi in una delle forme più limpide, quasi un archetipo. L’opera si da come deposito delle sue stesse figure, è movimento e riposo allo stesso tempo, qualcosa che ha un senso architettonico senza architettura. È là sospesa, raccolta nell’attesa di poter fondare un luogo dove l’uomo possa “poeticamente abitare”.

L’opera fa parte del progetto “Specie di spazi” (1991-1992) nel quale gli artisti Vittorio Messina, Vittorio Corsini e Hidetoshi Nagasawa sono stati invitati ad operare a Peccioli tenendo conto dell’impatto sociale del progetto, confrontandosi con i luoghi e i paesaggi per creare opere coerenti con il contesto.

Approfondimenti: Archivio Fondazione Peccioliper

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