Sul punto più alto del centro urbano, la Castellaccia, dove era collocata l’antica rocca del castello medievale, probabilmente formata da due torrioni, che ritroviamo nello stemma del Comune di Peccioli e nel medaglione del manto di San Verano, nel 1993, l’artista Vittorio Messina ha realizzato l’opera “Acropoli” che, alludendo all’importanza delle strutture religiose del mondo antico, collocate solitamente nel punto più alto della città, restituisce la memoria e l’importanza storica di un luogo fondamentale per la storia di Peccioli. Ai piedi della Castellaccia si trova un’altra opera dello stesso artista, “Fontana” rimando alla presenza, presso i santuari, di fonti per la purificazione.

Vittorio Messina, Acropoli, 1993, marmo e legno, Peccioli, Castellaccia
Acropoli è un’opera formata da sei elementi architettonici uguali, disposti in circolo: sei colonne a base quadrata, rivestite di marmo di Carrara, sormontate da travi di legno poste in orizzontale. Il nome dell’opera indica una città fortificata dell’antica Grecia, che con Peccioli ha in comune la posizione sopraelevata e l’antica destinazione della collina. Oggi le parti in legno non ci sono più, ma si possono ancora vedere i perni che le fissavano alle colonne. L’intenzione dell’artista era di dare una rappresentazione plastica del loro resistere al tempo fino allo stremo, contrapponendole a un materiale più duraturo, il marmo. Messina è intervenuto successivamente nell’opera costruendo una sorta di cella centrale con blocchi di tufo, materiale capace di trattenere l’acqua e modificarsi nel tempo.

Vittorio Messina, Fontana, 1994, marmo e legno, Peccioli, atrio di accesso alla Castellaccia
Ai piedi della scala di accesso all’Acropoli c’è un atrio in cui è stata costruita la Fontana, una lunga vasca ricavata da un monolite. All’apice del muro di mattoni di argilla è posto un timpano, da cui scorre l’acqua nella vasca sottostante. I segni del tempo completano l’opera, che simboleggia lo scorrere delle ore e dunque è una metafora della vita. Il segno sulla parete ricorda il solco di uno pneumatico sul fango.

Approfondimenti: Archivio Fondazione Peccioliper

Suggerimenti

Uscendo dalla Castellaccia in direzione del Centro Polivalente è possibile ammirare altre importanti opere presenti nel centro storico di Peccioli: “Il tempio del Vento” di Angelo Casciello, “Light Mood”, “In Peccioli Lux” e “Omaggio a Giorgio Gremignai” di Vittorio Corsini e “Segno Polivalente” di Angelo Casciello.

Proseguendo poi verso Piazza del Carmine si raggiungono il Museo Archeologico e la Chiesa della Madonna del Carmine all’interno della quale si trova una delle installazioni del progetto “Voci“: racconti inediti di sei tra i più noti scrittori italiani contemporanei – Laura Bosio, Mauro Covacich, Maurizio de Giovanni, Romano De Marco, Ferruccio Parazzoli, Laura Pugno – e la pratica artistica di Vittorio Corsini che hanno dato voce e forma a sei nuove installazioni permanenti che, a partire dalla cittadina di Peccioli, si snodano tra i borghi circostanti creando percorsi inattesi.

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