Maggio 1479. La peste colpisce Pisa, dove Benozzo Gozzoli, fiorentino e forse discepolo di Beato Angelico, sta lavorando al Camposanto. Serve cercare rifugio, e Benozzo sceglie Legoli, probabilmente per gli accordi presi in precedenza con la comunità di questo paese per la decorazione di un monumentale tabernacolo campestre. Infatti, eccolo qui. Negli affreschi emergono chiari i temi di morte e sofferenza provocati dall’epidemia, soprattutto nella struggente rappresentazione della Crocifissione di Cristo con la Vergine e i santi Francesco, Domenico, Giovanni Evangelista. Intense anche le scene del Martirio di San Sebastiano e della Incredulità di San Tommaso, dove l’apostolo tocca la piaga nel costato di Gesù. Gli altri affreschi raffigurano l’Annunciazione, gli Evangelisti, i Padri della Chiesa con al centro il Cristo benedicente, e una Sacra Conversazione con tre angeli reggi cortina e un Cristo portacroce sullo sfondo di una città medievale. Il lavori del 1822 di Alessio del Fanteria, che costruì intorno al tabernacolo un oratorio a valenza funeraria dedicandolo a Santa Caterina, lo fanno apparire oggi una piccola cappella.

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