Grazie alla presenza di reperti, edifici e testimonianze del passato è possibile ripercorrere lo sviluppo del paese e del territorio, secolo dopo secolo, a partire dai primi insediamenti etruschi. Questo itinerario vi guiderà attraverso i secoli alla scoperta della nostra.
Buon viaggio.


Periodo Neolitico, primo millennio a.C. ed età romana

Cosa visitare: Museo Archeologico, Via del Carmine

Il territorio di Peccioli risulta abitato fin dal Neolitico (presso il podere Ortaglia in località Le Serre sono state ritrovate asce in pietra verde), ma è soprattutto dal primo millennio a.C. che si registra una fisionomia più definita, con manifestazioni di popolamento etrusche.
I ritrovamenti testimoniano che le pendici delle colline del territorio comunale erano luoghi di sepoltura, tranne il sito di Ortaglia, che ha restituito anche informazioni di tipo insediativo, attestando la dipendenza di Peccioli da Volterra fino all’età tardoantica. Inoltre a Celli fu ritrovata una tomba a camera, contenente materiali databili tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C.; all’interno della pieve della Piappina fu ritrovato un cippo, riutilizzato come acquasantiera, collocabile tra il VI e Il IV sc. A.C.; a Legoli nel 1930 in località Poggio dei Pini fu ritrovata una piccola tomba a nicchiotto contenente almeno due deposizioni, tipica dell’ambito volterrano di età ellenistica. I cinerari e i corredi sono databili al II secolo a.C. e denotano un ceto sociale modesto, seppure la presenza di uno strigile in bronzo e di due piccole oinochoai a vernice nera sembrano documentare una terza deposizione, più antica, di III secolo a.C..
Pochi invece i ritrovamenti di epoca romana: una cisterna a Colle Mustarola e i resti di una villa romana lungo l’Era.


Periodo Medievale (476 d.C. – 1.492 d.C.)

Cosa visitare:

In epoca medievale Peccioli divenne sede di un castello, testimoniato nei documenti a partire dall’XI secolo, quando il Marchese Alberto, figlio del fu Opizzo e membro dell’antica casata degli Obertenghi, nel 1061 offrì al monastero di San Michele di Marturi, presso Poggibonsi, la sua porzione di corti e castelli e cappella poste “in località Petiole”.
Nel XIII secolo Peccioli ebbe una parte attiva nel corso delle lotte tra guelfi e ghibellini e successivamente, sotto la dominazione pisana, divenne Podesteria della Repubblica marinara, estendendo la sua giurisdizione su Carpugnano, Gello, Abbazia di Carigi e Montecchio. Nel 1322 i pisani fecero restaurare un tratto delle mura del castello, assumendo l’estensione e le caratteristiche che in parte conserva ancora oggi, probabilmente ad opera di Castruccio Castracani, che nel 1328 fu nominato signore di Pisa.
Nel 1362 il paese venne attaccato e conquistato per la prima volta dai fiorentini che distrussero una torre e parte delle mura. Tuttavia nel 1364, dopo la battaglia di Cascina, il castello di Peccioli tornò in mano ai pisani che lo tennero stabilmente fino al 1406, quando fu consegnato ai fiorentini da Pietro Gaetani, membro di un’illustre famiglia che aveva acquisito molti possedimenti nella zona, soprattutto a Fabbrica e Montelopio. Pochi mesi dopo la stessa Pisa fu definitivamente conquistata da Firenze.
Nel periodo fiorentino Peccioli fece parte del vicariato di Lari ed fu sede di Podesteria (con giurisdizione su Lajatico, Legoli, Orciatico, Terricciola, Soiana, Montecchio, Fabbrica, Bagno, Chianni, Casanuova, Morrona, Santa Luce, Riparbella, Strido, Castellina e Ghizzano) e Comune.


Epoca Moderna (1.500 d.C. – 1.800 d.C.)

Cosa visitare:

Per tutto il XV secolo Peccioli subì saccheggi da parte di città e nobili anti-medicei e non mancò al tempo stesso di ribellarsi alla Repubblica Fiorentina quando si presentò l’occasione: nel 1430 Peccioli aprì le porte all’esercito milanese del duca Visconti, al comando del generale Niccolò Piccinino, che aveva occupato tutta la Valdera, per tornare, dopo pochi mesi, sotto il dominio fiorentino.
Con la Signoria di Lorenzo il Magnifico fu promulgato l’ordinamento amministrativo tramite il quale le Comunità vennero raccolte in Podesterie: a Peccioli furono sottoposte le comunità di Ghizzano, Fabbrica, Lajatico, Terricciola, Rivalto e Chianni. Un lungo periodo di tranquillità politica funestata tuttavia da varie calamità tra cui un’epidemia di peste tra il 1464 e il 1468.
Dal XVII secolo con la sottomissione al Granducato Mediceo ebbe inizio per Peccioli un periodo di pace e stabilità politica che si protrasse fino all’avvento dei duchi di Lorena, i quali avviarono i primi lavori di bonifica del territorio.
Nel XIX secolo la comunità di Peccioli comprendeva Casaglia, Cedderi, Fabbrica, Ghizzano, Libbiano e Montecchio.


Epoca Contemporanea (1.800 d.C. – oggi)

Cosa visitare

Con Leopoldo II, nel 1844, Peccioli divenne sede di cancelleria con giurisdizione su Lajatico e Terricciola e nel 1860 con il plebiscito per l’annessione al Regno sabaudo si ebbe un nuovo ordinamento nella pubblica amministrazione. Nel 1863 Peccioli faceva parte del mandamento di Lari.
Dall’Unità d’Italia, Peccioli è un comune comprendente Fabbrica, Ghizzano, Legoli, Montecchio, Montelopio, Libbiano e Cedri.

A partire dagli anni ’90 Peccioli ha sposato il concetto di “arte pubblica” affiancando al proprio patrimonio storico oltre 60 installazioni di artisti contemporanei che hanno trasformato il paese e il territorio circostante in un museo a cielo aperto.


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